Il testo del nuovo Patto per il Lavoro e per il Clima sottoscritto dalle Organizzazioni sindacali confederali con la Regione Emilia Romagna, gli Enti Locali, le Associazioni datoriali, il Terzo Settore e il Volontariato, le Università e le Associazioni ambientaliste rappresenta l’esito di un percorso che ha visto protagoniste CGIL, CISL e UIL Emilia Romagna, a partire dal documento unitario in cui è inclusa gran parte dell’elaborazione e delle proposte della CGIL Emilia Romagna.

Il testo si pone in continuità con il Patto per il Lavoro 2015 in termini di centralità del confronto democratico e riconoscimento del ruolo delle parti sociali come strumento di orientamento delle scelte di governo per la tenuta sociale e lo sviluppo del territorio.

II Patto per il Lavoro e per il Clima posiziona strategicamente gli obiettivi e gli strumenti di cui l’Emilia Romagna si dota per affrontare le grandi sfide dei prossimi anni, traguardando il 2030, a partire dalla programmazione delle risorse europee messe in campo per rilanciare il sistema economico e produttivo colpito dalle conseguenze generate dalla pandemia.

II Patto assume le sfide fondamentali proposte dal documento unitario elaborato da CGIL, CISL e UIL: l’urgenza della transizione ambientale, l’investimento in innovazione tecnologica e digitalizzazione, il contrasto alle disuguaglianze, la risposta necessaria alle trasformazioni demografiche e sociali in corso, il rafforzamento della sanità pubblica e del sistema di welfare integrato, la centralità dell’istruzione, della cultura e dei saperi nella costruzione dell’economia della conoscenza, il perseguimento dell’obiettivo della parità di genere e dell’inclusione sociale dei migranti.

Tali sfide devono essere affrontate tutelando l’occupazione, riqualificando le competenze delle lavoratrici e dei lavoratori interessati da processi di transizione, con l’obiettivo di creare nuovo lavoro di qualità.

Tutti i firmatari del Patto per il Lavoro e per il Clima hanno condiviso impegni significativi a tutela del lavoro:

  • I’ impegno a utilizzare le risorse per il rilancio del sistema economico, incluse quelle provenienti dal Next Generation EU, nel rispetto dei contratti collettivi, delle norme a tutela della salute e sicurezza sul lavoro, rafforzando la qualità del lavoro e assicurando la gestione dei livelli occupazionali in maniera condivisa con le OO.SS. maggiormente rappresentative;
  • viene formalizzato I’ impegno alla salvaguardia dei posti di lavoro, escludendo procedure unilaterali di licenziamento collettivo anche attraverso l’utilizzo preventivo degli ammortizzatori sociali conservativi nella gestione delle crisi di impresa e incentivando la contrattazione per la riduzione dell’orario di lavoro;
  • si rafforza la tutela dei lavoratori impiegati negli appalti, stabilendo negli appalti privati l’impegno per la continuità occupazionale e negli appalti pubblici l’applicazione dei CCNL, l’esclusione del massimo ribasso, l’applicazione della clausola sociale, il contrasto forte alle infiltrazioni della criminalità organizzata rafforzando e portando a pieno compimento l’applicazione della L.R. 18/2016.

II Patto per il Lavoro e per il Clima si propone di accompagnare la Regione Emilia Romagna nella “transizione ecologica”, salvaguardando i principi della “Giusta Transizione” e attuando gli obiettivi dell’Agenda ONU 2030 per lo sviluppo sostenibile.

II Patto prevede di raggiungere il 100% di energie rinnovabili entro il 2035 e la neutralità carbonica entro il 2050, mettendo in campo gli strumenti necessari a partire dalla valorizzazione delle risorse previste dal Green Deal europeo, dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e dalle risorse del Next Generation EU.

In questa direzione, il Patto prevede la centralità dei processi di transizione ecologica delle imprese tutelando I’ occupazione, lo sviluppo delle nuove filiere green, l’impulso all’efficientamento energetico, lo sviluppo dei processi di rigenerazione urbana, il rafforzamento della strategia verso il consumo di suolo a saldo zero, il pieno utilizzo dell’Eco bonus al 110%, la prevenzione e il contrasto al dissesto idrogeologico e la tutela della costa, il sostegno all’economia circolare, lo sviluppo di una nuova mobilità sostenibile incentrata sul trasporto pubblico e sulla mobilità dolce.
A tal fine sarà fondamentale II ruolo delle multiutility attive nel territorio, rispetto alle quali viene condivisa la strategicità del controllo pubblico e lo sviluppo delle massime sinergie tra i cicli di investimento pubblico-privato.

L’emergenza che stiamo attraversando ci ha consegnato la più forte testimonianza di quanto sia fondamentale la qualità di un sistema di sanità e welfare pubblico ed universale diffuso nel territorio. Per questo motivo, come Organizzazioni Sindacali abbiamo rivendicato fortemente la necessità di un nuovo investimento nel diritto alla salute come condizione determinante per la tenuta economica e sociale.

II Patto rafforza quindi l’impegno a qualificare la rete delle strutture ospedaliere, a rafforzare I presidi sanitari territoriali a partire dalle Case della Salute, a investire su telemedicina e assistenza domiciliare, a creare servizi socioassistenziali che rispondano ai cambiamenti sociali e demografici aumentando le risorse destinate al Fondo per la non autosufficienza, rendendo strutturale il Fondo regionale per l’affitto.

Questo investimento dovrà passare necessariamente dalla valorizzazione del lavoro di tutti I medici, degli operatori sanitari e sociosanitari, cosi duramente provati dallo sforzo straordinario messo in campo per rispondere all’emergenza in corso.

II Patto per il Lavoro e per il Clima posiziona educazione, istruzione, formazione, ricerca e cultura come perno per produrre le trasformazioni necessarie e come strumento per poter realizzare mobilità sociale, contrastare le disuguaglianze e poter immaginare nuovi modelli di sviluppo.

Viene quindi condiviso I’ impegno a garantire servizi educativi e una Scuola dell’infanzia universale e accessibile a tutti, il rafforzamento dell’istruzione secondaria e terziaria professionalizzante, l’investimento nella ricerca, la valorizzazione delle importanti University presenti nel territorio regionale, I’ulteriore riduzione del numero di NEET.

II Patto per il Lavoro e per iI Clima condivide la necessità di dare il massimo supporto ai settori e alle filiere strategiche dell’economia regionale maggiormente colpite dalle conseguenze della pandemia (turismo, agroalimentare, caramica, chimica, edilizia, commercio, moda, meccanica e meccatronica, cultura, spettacolo, wellness), contribuendo alla qualificazione delle imprese, alla tenuta dei livelli occupazionali e alla riconversione delle competenze di lavoratori e lavoratrici.

Il Patto per il Lavoro e per il Clima riconosce nella legalità un valore irrinunciabile e fondativo, nonché la precondizione per raggiungerne gli obietttivi. Rispetto alle principali gravi emergenze presenti in questa regione, il testo prevede l’impegno a sottoscrivere nuovi accordi di programma e, laddove necessarie, azioni di innovazione legislativa, innalzando il livello della legalità, del riconoscimento dei diritti e della giustizia sociale.

Tutti questi elementi, così definiti dal Patto, saranno protagonisti di una nuova stagione di partecipazione sia nel sistema economico-produttivo sia nella società, precondizione per rendere più solida una democrazia attraverso il contributo determinante delle parti sociali. In questo senso, sarà decisivo il ruolo delle Organizzazioni Sindacali per condividere linee strategiche, obiettivi e impegni del documento con le lavoratrici e i lavoratori, le pensionate e i pensionati dell’Emilia Romagna.

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