Vertenza Fabbrica Sartoriale Italiana Raffale Caruso

Gli eventi pandemici che da ormai quasi due anni colpiscono l’intera società hanno tracciato un profonda crisi nel settori industriali e commerciali, anche e soprattutto nel nostro paese.

Tra i settori più colpiti vi è quello del Settore Moda Italia, con particolare riferimento alle grandi aziende manifatturiere tessile.
Fabbrica Sartoriale Italiana-Raffaele Caruso, già prima della pandemia aveva stava affrontando un periodo economico particolarmente delicato legato in particolar modo a scelte strategiche di investimento che non hanno portato ai benefici industriali sperati, nonostante il socio Cinese di maggioranza Fosun abbiamo nel corso degli ultimi anni abbia appianato ogni debito maturato dalla azienda tessile di Castellina di Sorgana(PR).

Nel corso del 2020 l’azienda dopo un lungo periodo di chiusura attraverso l’utilizzo della Cassa Covid ha palesato la necessità di una profonda ristrutturazione aziendale che avrebbe messo a rischio la stabilità occupazionale delle oltre 600 risorse, quasi tutte donne, presenti in azienda.
A fronte di questa possibile dichiarazione di esubero di personale e scaturito un serrato confronto sindacale volto ad evitare aperture di mobilità e conseguenti emorragie di professionalità che avrebbero destinato ad un futuro di fine certa la F.S.I. Raffaele Caruso.

La Filctem CGIL di Parma, congiuntamente alla Filctem Emilia Romagna,in un tavolo unitario con Femca CISL e Uiltec UIL ha da subito messo in campo sinergie, idee e soluzioni che potessero accompagnare questo delicato momento nel tentativo , ad oggi riuscito, di mettere in sicurezza l’azienda e le sue maestranze.

Si è fatto dunque ricorso ad un ampio utilizzo della Cassa Covid, di un accordo di uscite volontarie incentivate che potessero accompagnare all’uscita le lavoratrici prossime alla pensione, oltre che aver sottoscritto unitamente alla azienda un progetto di riqualificazione di parte del personale tramite Anpal e i fondi interprofessionali dedicati.

Ad oggi, dopo circa 18 mesi dall’inizio della vertenza, pur rimanendo in contesto di cassa integrazione, e pertanto a regime orario ridotto, le lavoratrici hanno recuperato stabilità e regolarità nelle retribuzioni mensili e dei buoni pasto, quest’ultimi rimasti in arretrato da diversi mesi.
Delle oltre 170 risorse inizialmente dichiarate in esubero, ad oggi, con accordo incentivato, volontario e in via prioritaria legato ai prepensionamenti sono uscite dalla azienda poco più di 50 lavoratori e lavoratrici.

Davide Doninotti
FILCTEM CGIL PARMA

Celanese FILTEC

Celanese è una importante multinazionale statunitense che nell’ottobre 2016 acquista la società Softer con sede a Forlì, specializzata in tecnopolimeri e insediata in Italia in 4 stabilimenti: Forlì, Ferrara via Marconi, Ferrara Piazzale Donegani e Castel Goffredo a Mantova.

Nel 2016 Celanese chiude lo stabilimento di Mantova e trasferisce le maestranze nella sede di Forlì.

Il 28 Luglio 2020 annuncia la chiusura dello stabilimento di Ferrara, via Marconi, prevista per la fine di giugno 2021 con la proposta di trasferire i 67 lavoratori nella sede di Forlì. Lo stabilimento di Ferrara Marconi è un piccolo sito che di compounda le materie prime prodotte nell’impianto di Ferrara ubicato all’interno del petrolchimico estense. L’obiettivo annunciato alle organizzazioni sindacali è di chiudere i piccoli stabilimenti, ritenuti non profittevoli e non competitivi, ed ampliare il sito di Forlì, facendone il centro di eccellenza di Celanese in Europa, replicando il modello già esistente in Asia e negli U.S.A.

Seguono incontri sindacali con la direzione aziendale e le istituzioni locali e regionali. La vertenza viene coordinata dalle segreterie confederali regionali congiuntamente a quelle categoriali, regionali e locali.

Il 2 settembre nel corso dell’incontro presso il comune di Ferrara, la direzione aziendale dichiara al Sindaco, ai consiglieri regionali presenti e alle organizzazioni sindacali la propria disponibilità a cedere lo stabilimento di Marconi e il personale ad un eventuale acquirente, rinunciando così alla soluzione di chiusura del sito e al trasferimento delle maestranze a Forlì.

Manifestazioni di interesse all’acquisizione dello stabilimento pervengono da tre società. Di queste formalmente verrà dato conto della sola società acquirente: Benvic, società multinazionale coinsediata nel sito di via Marconi a Ferrara.

I nomi delle altre due società interessate rimarranno sconosciuti, nel rispetto del vincolo della segretezza imposto da Celanese quale clausola di accesso alla trattativa di compravendita, pena in caso di violazione alla estromissione dalla operazione.

Questo vincolo ha pesato sull’intera trattativa, impedendo alla delegazione sindacale di svolgere pienamente la propria funzione di tutela dei lavoratori.

L’aggiudicataria, la società Benvic che produce e commercializza soluzioni termoplastiche innovative è leader europeo nel mercato del compound del PVC ma è entrata anche nella produzione di materiali e componenti medicali e sta investendo nell’economia circolare (recycling). Benvic rileva i macchinari (6 linee di estrusione per la produzione di Polipropilene per il settore elettrodomestico) e tutta la parte impiantistica dello stabilimento di Marconi oltre a 5 macchine per la produzione SBS (elastomeri per il settore calzaturiero) che vengono trasferite dallo stabilimento Celanese di Forlì a Ferrara. Benvic arricchisce la propria gamma integrandola con il segmento dei campi sportivi sintetici. Rileva 33 lavoratori da Celanese e li integra con 18 nuove assunzioni che portano il personale diretto da 57 a 108 unità complessive.

Presso lo stabilimento di Ferrara Donegani verranno trasferiti 25 lavoratori di cui 11 lavoreranno a distanza per lo stabilimento di Forlì, 12 saranno impiegati nell’impianto di produzione, mentre 2 verranno ricollocati a Forlì. L’intera operazione viene conclusa con 4 dimissioni e 5 conciliazioni.