OBIETTIVI

Rafforzare ed estendere i Diritti per il lavoro, significa anche favorire la piena coerenza tra la contrattazione nazionale, la contrattazione di secondo livello e la contrattazione sociale territoriale, sviluppando e qualificando una contrattazione integrata e multilivello, contrastando ogni discriminazione di genere, potenziando la cultura e le condizioni effettive di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e praticando una contrattazione pienamente inclusiva.

Contrattazione nazionale

I contratti nazionali di lavoro (CCNL), definiscono i trattamenti minimi e i diritti fondamentali delle lavoratrici e dei lavoratori di un settore e hanno dunque un grande valore economico e sociale. La CGIL ritiene fondamentale la loro applicazione erga omnes (universale) e per questo richiede procedure democratiche e trasparenti di verifica della rappresentatività dei soggetti stipulanti e vincola la propria rappresentanza all’approvazione da parte dei lavoratori e delle lavoratrici delle piattaforme rivendicative e delle ipotesi di accordo.

A fine 2019 in Italia c’erano 5,5 milioni di lavoratori dipendenti con il contratto scaduto. A inizio 2020 erano diventati più di 10 milioni, nella primavera 2020 nel mezzo della prima ondata della pandemia erano in attesa di rinnovo del CCNL quasi l’80% dei lavoratori dipendenti: il 72% dei lavoratori dell’industria, l’82% dei lavoratori dei servizi, tutti i lavoratori pubblici. Nel corso del 2020 sono scaduti altri CCNL che riguardavano un ulteriore 6% dei lavoratori dipendenti.

Da luglio 2020 si   raggiunto l’obiettivo di rinnovare oltre 25 contratti nazionali (legno, industria alimentare, sanità privata, vetro, gomma plastica, multiservizi, TLC, ceramica, federmeccanica, ecc.), con il protagonismo determinante delle numerose iniziative di mobilitazione sostenute da lavoratori e lavoratrici.

Contrattazione di secondo livello

Mentre i contratti nazionali hanno il compito di assicurare i fondamentali diritti validi per chiunque svolga un determinato lavoro, la contrattazione di secondo livello ha il compito di regolare concretamente l’attività

in un’azienda o in un territorio, tenendo conto delle differenze di produttivit  e di relazione con l’ambiente naturale e sociale circostante. Quando possibile, migliorano le normative nazionali, creando le condizioni per

ottenere miglioramenti retributivi e nelle condizioni di lavoro, nei diritti riconosciuti, nelle misure di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, nei sistemi di welfare aziendale.

La Cgil  impegnata nella stabilizzazione dei rapporti di lavoro precari o a tempo determinato e nell’inclusione nei risultati ottenuti dalla contrattazione anche dei lavoratori in appalto, in somministrazione o con contratto di collaborazione.

Salute e sicurezza sul lavoro

Il susseguirsi di gravi incidenti sul lavoro e la diffusione di patologie determinate dalla presenza di sostanze nocive o da un’organizzazione del lavoro non rispettosa del diritto alla salute degli addetti testimoniano il persistere di negligenze e irresponsabilità. Il Sindacato ha tra i suoi obiettivi quello della conquista di condizioni di lavoro più sicure e salubri, perchè non c’è compenso economico che possa risarcire un danno irreparabile.

Contrasto allo sfruttamento e contrattazione inclusiva

Per la Cgil non c’è sviluppo se il lavoro non   tutelato. Con la negazione dei diritti si aggravano le disuguaglianze e con queste si riduce il benessere e peggiorano economia e coesione sociale. La scelta delle imprese e dei governi di sostenere la competizione economica abbattendo i costi e riducendo gli investimenti ha trovato espressione nella progressiva deregolamentazione del mercato del lavoro, nel sostegno alla frammentazione dei cicli produttivi attraverso esternalizzazioni, delocalizzazioni e appalti, nella liberalizzazione dei licenziamenti senza giusta causa. Riconquistare diritti e tutele per il lavoro dunque, per la Cgil, il principale contributo per uno sviluppo economico che ricominci a diffondere benessere e favorisca l’inclusione sociale.

In questi anni la Cgil Emilia Romagna ha consolidato e rilanciato le importanti esperienze di contrattazione inclusiva e contrasto allo sfruttamento costruite sul territorio. Tra le altre,  significativa la vertenza Italpizza (Mo) che ha visto protagoniste diverse categorie in stretta sinergia con la confederazione, le vertenze della Flai contro il caporalato e lo sfruttamento in agricoltura, i risultati ottenuti nello stabilimento Amazon di Castel San Giovanni (PC) che – grazie alla mobilitazione dei lavoratori – ha portato alla storica elezione delle RSU (primo caso al mondo in Amazon), la vertenza di FP e Filctem per la difesa del lavoro nei servizi pubblici locali, la vertenza Riders che ha portato a importanti sentenze della magistratura e allo storico accordo per l’assunzione dei riders come lavoratori subordinati da parte di Just.

A questi importanti percorsi di tutela di lavoratrici e lavoratori, si sono accompagnati percorsi confederali a livello regionale e territoriale, per la costruzione di protocolli e il rafforzamento delle agibilità sindacali negli appalti e nei subappalti, a partire dai settori fortemente esposti al rischio di affermazione di gravi fenomeni di sfruttamento del lavoro.

AZIONI E I PRINCIPALI RISULTATI OTTENUTI

Salute e sicurezza

“Protocollo condiviso di aggiornamento delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del
virus SARS-CoV-2/COVID-19 negli ambienti di lavoro” sottoscritto per la prima volta il 14 marzo 2020,
aggiornato il 24 aprile 2020 e il 6 aprile 2021. Il Protocollo ha assunto forza di legge venendo allegato ai
DPCM per la gestione dell’emergenza Covid-19;

Protocolli anti-covid settoriali (trasporto e logistica, scuola, pubblica amministrazione, pubblici esercizi, ecc.)

Protocolli aziendali con il protagonismo di RLS e RSU nei Comitati Covid-19 aziendali previsti dal
Protocollo nazionale

Tavoli territoriali per la gestione dell’emergenza Covid-19

Check list regionale nel comparto artigiano

Lavoro

Blocco dei licenziamenti

Cassa integrazione speciale Covid-19, anche in Deroga, per tutelare tutti i lavoratori, compresi i dipendenti
delle piccole imprese esclusi dagli ammortizzatori sociali del D.Lgs. 148/2015

Indennità Covid-19 per i lavoratori dipendenti esclusi dagli ammortizzatori sociali (stagionali, intermittenti
dello spettacolo, agricoli, ecc) e per i lavoratori parasubordinati e autonomi

Reddito di Emergenza rivolto alle fasce della popolazione più esposte al rischio di grave impoverimento a
causa della pandemia

Riconoscimento della malattia per i lavoratori in quarantena a causa della positività al Covid-19 o in
qualità di contatti stretti di soggetti positivi al Covid-19

Riconoscimento del trattamento economico equiparato al ricovero ospedaliero per i lavoratori per i
lavoratori in condizione di “fragilità”

Sociale

Gestione dell’emergenza determinatasi dalla carenza del personale sanitario e socio sanitario

Monitoraggio dell’andamento del contagio nelle case di residenza per gli anziani e disabili

Supporto delle misure a favore delle fasce di popolazione più debole

Riconoscimento delle proposte fatte in ambiti delicatissimi come quelli della riorganizzazione ospedaliera

Sul tema casa con il sostegno per il pagamento dell’affitto a favore delle persone senza reddito o con
decurtazioni dovute al blocco delle attività lavorative

Erogazione contributi a favore della conciliazione per le famiglie con bambini frequentanti nidi e scuole
(anche dell’obbligo)

Concordare modalità di differimento gli adempimenti dei tributi locali

Gratuità o riduzione del pagamento delle rette per i servizi all’infanzia

Riaperture dei servizi verificando le misure per contenere il contagio e poter ritornare a frequentare in
sicurezza sia per i bambini che per gli anziani che i disabili